Graphic design e riviste sono spesso legate da un filo conduttore di creatività, stile e marketing. Come nel caso di cui abbiamo già parlato attraverso il design dei loghi, e la costruzione del branding, anche nel caso dei magazines, la componente grafica permette di riconoscere immediatamente i valori della rivista, i suoi contenuti e il target di riferimento.
L’evoluzione delle copertine dei magazine
Come vedremo più in avanti, la storia dell’impaginazione delle copertine dei magazine ha subito dei profondi cambiamenti, ad esempio se pensiamo all’utilizzo delle tecniche digitali di fotoritocco che si sono sviluppate negli anni ’90 ed esplose negli anni 2000, ma soprattutto se andiamo ad osservare come sono cambiati i costumi della società.
Separare l’evoluzione tecnica da quella culturale sarebbe profondamente sbagliato, ed è utile tenere sempre a mente quali valori, usi e costumi erano genericamente diffusi nel mondo occidentale in un dato periodo storico, e di conseguenza quali correnti artistiche e non influenzavano e condizionavano certe scelte stilistiche ed editoriali.
La storia delle copertine dei magazine
Agli albori ci furono le pubblicazioni in Inghilterra del 1700, con il Gentleman’s Magazine, e le prime pubblicazioni in America si ebbero nella prima metà del secolo grazie a Benjamin Franklin che introdusse il Christian History magazine. Ma i primi veri e propri prototipi del magazine moderno si ebbero solo un secolo dopo, con la pubblicazione delle “Dime Novels”, nei quali si raccontavano brevi racconti di fiction e sulle copertine venivano disegnati dinamiche immagini per evocare i racconti al suo interno.
Nel finire dell’800 vediamo la pubblicazione del Fashion Bazar magazine, edito e pubblicato da George Munro, dove possiamo già osservare come la moda e i costumi influenzino l’impaginazione grafica della copertina, in piena Art Nouveau.
Il primo vero e proprio magazine è stato però Cosmopolitan, e il suo brand è diventato immediatamente un’icona. Dai primi tempi infatti, le copertine raccoglievano in maniera creativa i volti e le figure di star famose, soprattutto nella Hollywood in ascesa. Le prime copertine più glam di Cosmopolitan furono affidate ai designers Harrison Fisher e Bradshaw Crandell. Via via il graphic design e l’illustrazione ha lasciato sempre più spazio al fotoritocco e l’attenzione si è sempre più concentrata su shocking values.
Parallelamente alla nascita di Cosmopolitan nasce anche Vogue. Indirizzato alla donna moderna, consapevole del suo potere in crescita, per oltre 100 anni ha rappresentato un punto di riferimento per decine di illustratori e grafici che volessero mixare stile, eleganza e avanguardia. Anche in questo caso, se osserviamo una delle ultime copertine, la differenza con lo stile degli inizi è tutta nei valori culturali di riferimento che la società proietta.
Fra le altre pubblicazioni importanti della fine dell’ottocento c’è anche Life, magazine dal contenuto umoristico e cultura generale. Le copertine degli ultimi dieci anni dell’800, dallo stile riconoscibile ed esuberante, dopo la prima guerra mondiale lasciano spazio a composizioni più seriose e ciniche. Dal 1936 in poi, venne trasformato in un magazine improntato sul reportage fotografico, mostrando quasi sempre foto o ritratti in copertina.
Nel primo decennio del ‘900 invece vide la sua prima pubblicazione il magazine Vanity Fair. Immediatamente capace di condizionare mode, gusti e tendenze, ha saputo oscillare fra cultura “alta” e “bassa” in continuazione. Le copertine hanno attraversato più di un secolo seguendo l’identità del magazine, ma anche in questo caso l’evoluzione ha seguito un trend già osservato prima, giungendo ai giorni nostri come un puro esercizio glamour.
Sempre nello stesso periodo, uscì Harper’s Bazaar, settimanale prettamente fashion, che caratterizzava il ruolo della donna come indipendente, integrata nella società, come dimostrano i contenuti su buone abitudini, e hobbies. Anche in questo magazine, l’evoluzione ha seguito un trend che nasce dal graphic design e illustrazione, per poi favorire la fotografia artistica o ritratto.
Sapevi che uno dei più grandi graphic designer è stato l’art director di un magazine?
Il The New Yorker, il magazine culturale più “preppy” del mondo nasce negli anni ’20, e si contraddistingue per la sagacia dei suoi contenuti, l’originalità delle copertine e soprattutto per le vignette brillanti. Le famosissime copertine sono storiche e continuamente ispirate ai cambiamenti culturali e ai costumi della società, ma sempre con quella profondità artistica che riesce a leggere le sfumature più intime del mondo occidentale.
Time, invece, nata sempre negli anni ’20, ha sempre concentrato la sua attenzione verso il ritratto, sia fotografico che grafico. In questo modo le sue copertine con i suoi volti diventano icona, segno riconoscibile e ovviamente molto efficace. Molti artisti si sono avvicendati nella realizzazione di alcune copertine storiche, come Marc Chagall, Roy Lichtenstein e Andy Warhol.
Infine Esquire, ultimo dei nostri magazine per nascita, si è contraddistinto per l’aver strizzato da subito l’occhio alla cultura Pop, nonostante sia stato realizzato pensando ad un pubblico generalmente maschile e benestante. Le sue copertine hanno sempre seguito il trend artistico del momento, senza disdegnare le nuove avanguardie, come l’arte di Andy Warhol, ad esempio.