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La condivisione per lavorare nel digitale

Master di livello possono darti le competenze cognitive e operative per lavorare nel digitale ma  ma le “soft skills”, i valori che ho definito S.A.C.R.I. sono o innate, o acquisibili solo attraverso un lavoro tutt’altro che “tenero” su di sé.

La dott.ssa Francesca Ungaro, psicologa e conoscitrice delle dinamiche dell’online, mi ha fatto la cortesia di parlare di queste soft skills dal punto di vista psicologico: Serendipità, Adattamento, Condivisione, Resilienza, Indipendenza.

Parliamo della C dei valori S.A.C.R.I., la condivisione, ovvero la capacità di mettere in relazione con gli altri, i propri pensieri, le proprie idee, il proprio punti di vista.

Ecco allora le domande che ho posto alla dott.ssa, buona lettura!

3 domande e 3 risposte sulla condivisione

1 – Come è definibile in Psicologia la Condivisione?

Il termine Condivisione è indubbiamente utilizzato in più settori: è l’utilizzo in comune di un qualsiasi bene – compresi spazio fisico e tempo – e in natura è strettamente correlato al concetto di distribuzione. Di ossigeno, di energia, di risorse e forza vitali.

In Psicologia si parla di condivisione di pensieri, emozioni ed esperienze con altri e si ritiene con certezza che questo atto sia molto più importante e gratificante del pensiero introspettivo e del comportamento individualista.

Questo è spiegato innanzitutto dal fatto che la condivisione rafforza i legami sociali e l’uomo è per natura e definizione un essere sociale.
L’identità personale del neonato si forma nel rapporto con la madre, prima, e successivamente col padre. La simbiosi del neonato col seno materno è la prima possibile concezione di sopravvivenza stessa.
E dalla madre il bambino lentamente si separerà, ma esattamente il processo in cui avviene questa separazione è determinante per la sua salute futura.
Il periodo dell’adolescenza, poi, è particolarmente importante: il ragazzo deve poterla vivere e superare per formare e definire il suo carattere e la sua personalità. E come avviene?

Nell’opposizione manifesta al padre e alla madre.
Tutto fuorché una contraddizione, come sembrerebbe: è nell’interscambio sociale che l’individuo trova il senso di sé.

Un interscambio fatto di Condivisione e Divisione.

Naturalmente in Psicologia ha la Condivisione assume una rilevanza ancora più forte quando si parla di Emozioni.
Comunicare i propri vissuti emotivi in modo tale da “farli sentire e vivere” anche agli altri non è affatto una caratteristica scontata dell’individuo.
Perché significa aver imparato ad abbassare il livello della propria soglia difensiva per far entrare nel proprio mondo interiore qualcun altro.
E’ abbastanza facile, quando si parla di alcune emozioni: sfogare la rabbia o la tristezza condividendola con gli altri è più spontaneo, ad esempio, di condividere paure, incertezze, sogni.
E’ considerato, in ogni caso, un sintomo di maturità psicologica: si è pronti a spartire se stessi e a ricevere interiormente gli altri.
Il primo passo verso l’Empatia.
E non solo: condividere le emozioni ha il potere di regolarne l’intensità, aumentando o diminuendo la soglia di attivazione.

Dovrebbe risultare chiaro, dunque, che dal punto di vista psicologico la Condivisione comporta azioni e reazioni ben più intense di quello a cui oggi, nel lavoro digitale, subito tutti pensiamo. Lo Sharing.
La partecipazione ad altri di contenuti o progetti altrui è solo la punta di un “iceberg psicologico” che contiene in sé preziosi significati, dalla definizione di sé alla necessità umana di uno scambio sociale, fino al più o meno egocentrico comportamento di aumentare la propria personale visibilità.

2 – Quali sono le caratteristiche di una persona capace di condividere?

Alla luce di quanto scritto, è abbastanza facile capire quali sono le caratteristiche distintive di una persona portata a condividere.
Al di là della necessità umana di relazionarsi socialmente, chi è capace di condivisione nel vero senso del termine è chi vuole uno scambio. Un dare e un ricevere.
Egoistico? Interessato? Forse sì o forse no, eppure indubbiamente recettivo all’Ascolto dell’altro.
Senza la capacità – e la voglia di trovare il tempo e l’attenzione – di ascoltare non c’è dialogo e senza dialogo non esiste condivisione.
E’ necessario un Ascolto Interattivo, proattivo, ovvero la capacità di lasciare spazio dentro di sè per accogliere e accettare opinioni, pensieri, comportamenti altrui.
Solo grazie a questo ascolto si può costituire la base di ogni futuro genere di Condivisione.
Dare ricevendo: certo si nascondono un sacco di significati in questo concetto.
La persona che sa condividere sa che si tratta di “Condividere Sé”. Forse non ne ha piena consapevolezza, ma è così che si autodefinisce, che si racconta, che trova il proprio spazio e il proprio senso nella società.
Qualsiasi sia la “società” di riferimento: la famiglia, gli amici, il sistema economico e sociale, la nazionalità, la scuola, gli amici, l’ufficio, il mondo digitale e i Social Network.
Riduttivo certo pensare alla Condivisione solo come Sharing di articoli o post altrui!

Un altro aspetto della Condivisione è la capacità di avere Fiducia. E naturalmente dare Fiducia.
E psicologicamente parlando, dare e avere fiducia significa essenzialmente essere disposti a cambiare relazionandosi con gli altri.
Cambiare idea, cambiare prospettiva, cambiare perfino lati caratteriali.
Ci si mette in gioco. Completamente.
Ed è questo sapersi Mettere in Gioco che rende le persone capaci realmente di condividere, perché è lasciare spazio e tempo al flusso delle emozioni e dei ragionamenti. E’ provare Empatia.
E’ riconoscere le Emozioni proprie e altrui, accettarle e utilizzarle al meglio per sè e per gli altri.
Il che è esattamente la definizione stessa di Intelligenza Emotiva.

3 – Ci sono degli eccessi dal quale guardarsi? Ad esempio il classico “sono troppo buono/a”?

La necessità di definire la propria personalità o, anche più semplicemente, i propri pensieri, opinioni, emozioni, può comportare sicuramente dei rischi.
Il primo dei quali è senza dubbio il Narcisismo e l’Egocentrismo.
“Condivido perché mi dò importanza attraverso te”.
C’è stato un ascolto interattivo, c’è stato un confronto e uno scambio, ma poi l’equilibrio si rompe perché è più forte l’istinto di primeggiare.
E questo è essenzialmente il rischio maggiore proprio dello Sharing sui Social Network.
La mancanza di un valore costruttivo annulla immediatamente il valore della Condivisione. Che, invece, in sè dovrebbe mantenere il carattere di crescita, di realizzazione reciproca, di rafforzamento sociale.

Sentirsi “troppo buoni” perché si è “troppo disponibili” a condividere il lavoro degli altri, in questo caso, è più un’ipocrisia, una grande bugia che diciamo a noi stessi.
Non si può mai essere troppo buoni se – raggiunta e conquistata una concreta dose di Intelligenza Emotiva – si è disposti a farsi perfino “indietro” pur di dare importanza agli altri.
Perché allora si sarà consapevoli di un comune processo di arricchimento.
Perché la volta successiva sarà l’altro a favorire noi, in uno scambio che diventa Sviluppo per tutti, Progresso e perfino Innovazione.

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