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Comic Sans: quando il carattere non piace

“Il Comic Sans non è mai un carattere accettabile. A meno che non tu non sia un bambina di 8 anni che scrive una poesia sugli unicorni”

Ma facciamo un passo indietro. Il Comic Sans è un carattere tipografico ideato e disegnato nel 1994 (introdotto nel sistema dal 1995) da Vincent Connare, un designer che dal 1993 al 1999 ha lavorato per la Microsoft, occupandosi di “type design”.

Cos’è il Comic Sans

Il nome di questo font deriva dalla parola inglese “comic” che significa appunto fumetto. Il Comic nasce per imitare il carattere utilizzato nelle vignette e per essere inserito in una delle invenzioni dell’epoca, Microsoft Plus!, un pacchetto per la gestione semplificata di temi, giochi e del salvaschermo. Nasce così il Comic Sans, un carattere immediato e semplice. L’introduzione nel sistema Microsoft lo ha reso uno dei caratteri più popolari al mondo.

Font sans serif, semplice e senza troppe pretese: le critiche nascono dall’utilizzo di questo carattere in situazioni definite “scorrette”.

Oltre ad aver creato il Comic Sans, Connare è anche autore di un altro font molto noto, il Trebuchet, e ha collaborato anche alla creazione del Verdana. I suoi caratteri tipografici sono diventati in breve tempo immensamente popolari grazie alla scelta di Microsoft di includerli nel pacchetto di font base di Windows.

Punti di (s)vista sul Comic Sans

“Se lo ami non capisci molto di tipografia e se lo odi in realtà non capisci molto ugualmente di tipografia e dovresti trovarti un nuovo hobby”
Vincent Connare sul Comic Sans

Ma cos’è che rende il Comic Sans così orribile? Finché è stato usato nel solo ambito infantile, tutto ha funzionato; ma, per un motivo ancora sconosciuto, il Comic Sans ha iniziato ad apparire nelle comunicazioni ufficiali. Lo usa la Disney, lo usa il Wall Street Journal, lo usano i Black Sabbath nel loro sito web.

Un font disegnato in tutta fretta, con crenature errate, minuscole non appropriate, senza varianti di peso o forma e senza legature. In poco tempo si è diffuso come un violento virus.

“Everytime you use this font, a designer lose his wings”

In effetti, possiamo anche farne a meno. Ma proviamo a ragionare in modo obbiettivo. Un oggetto, sia esso concreto o astratto, non può essere “colpevole” di nulla. Eppure il Comic Sans senza nessuna colpa è diventato il cattivo per eccellenza.

Il medium è il messaggio: ogni comunicazione è contestualizzata e l’efficacia dipende anche da questo. Il Comic Sans poco si adatta alle comunicazioni ufficiali  in quanto trasforma qualsiasi testo in un messaggio di irresistibile ilarità, indipendentemente dal suo contenuto.

Quindi se il “tono” che vuoi comunicare è spiritoso e informale, il Comic è probabilmente adatto. Se vuoi comunicare altro, affidati a un altro font.

Una volta i grafici pubblicitari spendevano gran parte del tempo nello scelta del font più appropriato, mentre sembra che ora questa fase di analisi sia considerata superflua anche dagli “addetti ai lavori”.

In definitiva, è giusto mantenere il Comic fra i font disponibili e una sua eventuale scelta deve essere appropriata al contesto (si spera dopo un’adeguata valutazione!).

A  questo punto siamo curiosi di sapere qual è il tuo punto di vista sul font più amato/odiato di tutti i tempi!

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