Fare SEO vuol dire agire entro i confini del sito (onpage) e fuori dal sito (offpage): come promesso nel post introduttivo precedente, andiamo ad approfondire il primo delle due sfere, dei due “mondi” che interessano l’ottimizzazione sui motori di ricerca: parliamo di come ottimizzare un sito.
Ora, va da sé che pensare di risolvere tutto con un post sarebbe come cercar di svuotare il mare con un bicchiere, tanto è vasta la materia e quanto poco lo spazio concesso a un post che mantenga una soglia di attenzione sopra la linea scolastica (quante volte ti sei distratto dopo una decina di minuti e nemmeno?)
Dato che gli elenchi puntati migliorano la resa di un post (anche qui ci torneremo successivamente) ecco gli elementi onpage che personalmente valuto sempre in fase di analisi SEO.
Gli elementi della SEO onpage
Tag Title
Ogni pagina dovrebbe avere il suo Titolo personalizzato, con la parola chiave di riferimento, e il brand alla fine, per creare raccordo. Massimo 50 caratteri.
ad es. Corso di fotografia a Roma | RomEur Academy
Dominio
Il dominio può essere di brand (senza parola chiave) o exact-match domain (dominio a parola chiave esatta), che in molti casi rappresenta un boost davvero forte nel breve termine, anche se spersonalizzante.
Di contro il nome di brand porta benefici a lungo termine, in quanto Google tende a valutare di buon occhio chi lavora per sviluppare trust (fiducia) nei suoi riguardi.
URL
Le URL dovrebbero essere descrittive e riprendere anche qui la query della pagina.
es. errato : www.sito.it/pagina1
es. corretto: www.sito.it/corso-fotografia-roma
Meta Description
La meta description rappesenta le due righe di snippet (estratto di testo) presente nella pagina dei risultati di ricerca.
Di solito lunga 140 caratteri, è personalizzabile e può invogliare l’utente a cliccare il proprio risultato indipendentemente dello scarto di una o due posizioni – se ben scritta e persuasiva. L’assenza di questo piccolo accorgimento porta Google a estrarre – a suo piacimento – un testo dalla pagina posizionata, rischiando di minare anche un ottimo lavoro SEO in termini di click.
La description non ha valenza direttamente per il posizionamento, ma ciò che ne consegue come sopra.
Robots.txt
Il file robots.txt serve per dare delle indicazioni specifiche ai crawler di Google, ovvero il programma che scansiona il Web, come ad esempio evitare di indicizzare e rendere visibili pagine di amministrazione, back-end etc.
Immagini
Le immagini rappresentano non solo un elemento bello da vedere per uscire fuori dai siti anni ’90 di solo testo e tabelle ma anche perché è possibile posizionarle nel motore di ricerca apposito di Google.
Link Interni
Guarda questo post: c’è un link di approfondimento a una risorsa interna. Pensa a Wikipedia: ecco, è l’esempio di come dovrebbe essere il linking interno, per far rimanere intrappolati nella “tela del ragno” del proprio sito gli utenti, e non farli rimbalzare via su altri lidi.
Sitemap
La sitemap è un file che serve ai crawler del motore di ricerca per velocizzare l’indicizzazione dei contenuti.
Contenuti
Grandissima importanza hanno i contenuti, che qui mi limito a dire che devono essere non solo orientati alla query di riferimento (ormai sono scontato) ma sui quali bisogna avere alcune accortezze che meritano un post a parte.
Anche la velocità del sito, e la capacità di essere navigabili in versione mobile inizia ad avere dei riscontri SEO, e ci torneremo.
E tu, quali elementi onpage conoscevi?