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Quali sono stati i 5 trend del graphic design del 2016?

Nel mondo del graphic design, l’idea che qualcosa sia diventata un trend è spesso percepita come un fatto negativo.

Ma mentre il seguire ciecamente alcune tendenze per noi stessi è una cosa che, naturalmente, deve essere evitata, è altrettanto stupido cercare di chiudersi fuori dal mondo e ignorare tutto quello che ci sta succedendo attorno.

In altre parole, non c’è bisogno di seguire le tendenze, ma è bene sapere che cosa sono. In questo post, ci concentriamo su cinque grandi tendenze che abbiamo osservato nel graphic design nel corso degli ultimi 12 mesi.

Le tendenze del graphic design del 2016

01. Decostruzione tipografica

Se il mondo del 2016 a volte si sentiva un po’ a pezzi, allora non è sorprendente che le letterforms spezzettate fossero un po’ ovunque, nei progetti di branding di quest’anno.

Li abbiamo visti, per esempio, nel branding di The Neighbourhood per MCAU, nel logo di Bond per Scala; l’identità utilitaristica di Pentagram per Openview; e il lavoro di NB Studio per ClydeSpace, un produttore CubeSat.

La tendenza può essere vista anche nell’effetto crenatura di Wolff Olins per il Met e gli enormi frammenti di lettere nell’identity del Design Festival di Pentagram.

Con le debite variazioni necessarie, sarà interessante vedere ulteriori esempi di decostruzione tipografica nel 2017.

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02. Semplificazione

Il principio del KISS (Keep it Simple, Stupid) è sempre stata una regola importante nel graphic design. Ma mentre la semplificazione nel design non è niente di nuovo, nel 2016 è diventato più importante e diffuso che mai.

Perché? Perché, come le nostre vite diventano sempre più caotiche, e sempre più contenuti competono davanti ai nostri occhi, ogni pezzo di lavoro di design che creiamo deve essere visivamente semplice e immediatamente comprensibile.

In più c’è un bisogno fisico di semplificare ulteriormente: la necessità sempre più pressante di rendere le attività di progettazione adatte agli schermi di telefono e dispositivi ancora più piccoli, come gli smart watches.

Non importa quanto elegante sia il tuo logo o l’icona, se non funziona quando viene ridotto fino a pochi pixel, nel 2016 potrebbe anche non esistere.

Non è quindi sorprendente che la tendenza per la semplificazione può essere osservata nella maggior parte dei logo di grandi aziende, progettati quest’anno, tra cui BT, BBC3, Subway, Mastercard, Instagram, HP, Bing, Pandora e Ministry of Sound.

03. Colori intensi ed esagerati

Per molti anni, i graphic designer rabbrividivano alla richiesta: “Si può fare con i colori pop?”.

Ma quest’anno, il mondo ha avuto bisogno di coccolarsi un po’ più del solito, e c’è stato un allontanamento dai toni sottili e tenui, per dirigersi verso pastelli infantili, neon luminosi e colori primari.

Nel 2016, l’uso di incisivi, tavolozze di colori accattivanti era ovunque, da Sagmeister & Walsh con il packaging per Appy Fizz, al branding di Pentagram per Film Independent. Praticamente ogni identity di Hey Studio, dall’evento OFFF al Pop Festival LiveOut, è stato un tripudio di colori, mentre Wolff Ollins ha intriso la sua identity per il Nordic telco Telia con riflessi incredibilmente caleidoscopici.

Più sottilmente, ma altrettanto efficace, un rosso brillante e l’arancione sono stati usati per l’effetto sbalorditivo della nuova identity di DIA per il branding di Tomorrow International, e quello di GBH per Starck Parigi.

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04. Il grande brandmark rinascita

La nostalgia è sempre presente nel mondo del design; come un’influenza, una fonte d’ispirazione, uno strumento a cui attingere. Ma 2016 ha visto i designers prendere le cose ad un livello completamente nuovo, con alcune grandi branding identity, semplicemente premendo il pulsante di reset di tutto.

In concomitanza con il suo ritorno sul mercato dei prodotti di consumo, Kodak ha detto addio al loro marchio basato sul testo, che avevano introdotto nel 2006, e recuperato il loro iconico otturatore della macchina fotografica, rosso e nero.

Allo stesso modo, North ha fatto rivivere il classico logo con quadrifoglio del 1968 del rivenditore britannico Co-op, portando un senso di rassicurazione di nuovo in strada, in tempi turbolenti.

Nel frattempo, con il settore bancario ancora ampiamente non attendibile, NatWest (sotto la guida di Futurebrand) è tornato ad un logo anche qui del 1968, presumibilmente nella speranza che la gente dimentichi che il 2008 non sia mai accaduto.

05. Automazione

Ogni anno i produttori di software di graphic design hanno lo scopo di migliorare i loro prodotti, per aiutarci a lavorare più velocemente e rendere la ripetizione meno noiosa. Quest’anno, però, l’aumento di intelligenza artificiale sembra aver fatto accelerare le cose di un bel po’.

Per esempio, alla conferenza annuale nel mese di Novembre, Adobe ha presentato Sensei, una nuova piattaforma che unisce la sua suite Creative Cloud con strumenti di design, di foto e di animazione, con un quadro intelligenza artificiale e apprendimento automatico.

Secondo loro, in Creative Cloud, Adobe Sensei anticipa la prossima mossa. Ricrea gli elementi delle foto dove non esistevano, studiando pixel vicini. Riconosce i caratteri tipografici, e ricrea le font per voi. Identifica gli oggetti nelle immagini e aggiunge potenziali parole per le tag delle foto.

E riconosce i volti, mettendo punti di riferimento sulle sopracciglia e labbra in modo da poter cambiare le espressioni con un clic. Ora le attività che avrebbero portato via minuti, verranno fatte in pochi secondi.

Roba seria.

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