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10 cose da non dire mai ad un graphic designer

Sei un potenziale cliente? Sei un graphic designer alle primissime armi? Oppure uno che vuole solo far arrabbiare le persone? Se non hai mai lavorato con un graphic designer o forse ne hai apportato uno, ti elenco sotto 10 cose che non devi mai -mai, mai- dire ad un graphic designer, se vuoi tenertelo buono.

10 cose da non dire mai ad un graphic designer

1. Chiedergli di lavorare gratis e dirgli: “è un’esperienza da inserire nel portfolio”

Quando c’è un progetto buono per rinnovare il portfolio, al graphic designer brilleranno gli occhi, ma nessuno deve decidere per lui. Ogni graphic designer vuole lavorare e fare del proprio meglio per meritare i soldi del cliente, ma deve anche tenere conto del costo della vita.

2. Paragonarlo ad altri graphic designer

Per piacere, non dirgli mai che hai scoperto un suo collega graphic designer che disegna loghi “al pezzo”, e se li fa pagare 10 euro l’uno. Moltissimi graphic designer hanno impiegato anni per formare skills ed esperienze. Il valore del suo lavoro e il suo stile lo puoi intuire dal portfolio, ma cercare in lui qualcos’altro, paragonandolo ad un altro graphic designer, non ti farà ottenere quel design creativo che cerchi.

3. Trattative senza limiti

La trattazione è un piccolo punto di partenza, prima che il progetto cominci, ed è normale. Ma alla fine della giornata, bisogna capire che otterrai solo ciò che per cui paghi, perché hai scelto il graphic designer in base al suo stile. Siamo in un mercato creativo, non in quello ortofrutticolo.

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4. “Ho un vecchio PDF da modificare”

Sebbene sia possibile in alcuni casi, c’è un limite a quello che un graphic designer può fare con file precedenti, o progetti vecchi. Quindi assicurarsi sempre di inviare i file “aperti”, facilmente editabili da altre persone, con i livelli multipli. Ripetete quindi insieme a me: “alcuni PDF non sono modificabili, altri sì. Anche JPEG e PNG non sono modificabili. Non li invierò al mio graphic designer”. Molto bene.

5. “L’immagine la trovi in questo file Word”

Vedere il file Word nell’allegato delle email del progetto, dal quale prendere le immagini, fa venire voglia al graphic desiger di rovesciare la scrivania: ancor più quando il file Word assomiglia ad un album fotografico…Ai graphic designer viene spesso richiesto di scalare le immagini, ed è difficile modificare le immagini a bassa risoluzione, senza perdere di qualità. Ed è difficile rendere i vostri loghi “più grandi” (richiesta molto frequente). Ancora peggio, scaricare le immagini direttamente dal sito. Le immagini dal Web hanno una risoluzione di 72dpi, mentre per la stampa bisogna avere immagini in risoluzione 300 dpi. Quindi, ogni immagine presa da Internet è molto difficile da stampare. Facile.

6. Il feedback della nonna

Va benissimo mostrare il lavoro del graphic designer agli amici o alla famiglia, ma non bisogna basarsi solamente sul loro feedback, a meno che non lavorino con il design o ne hanno a che fare quotidianamente. I colleghi di lavoro sono una fonte più autorevole, comprenderebbero meglio le potenzialità del marketing, e il target dell’audience.

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7. “Fammi il logo più grande”

Ogni graphic designer odia letteralmente sentire la frase “disegna il logo più grande”; grande non è sempre meglio! Il cliente deve capire che il logo non è l’artwork nel suo insieme, ma solo una parte di esso. Gli spazi vuoti sono altrettanto importanti, perché permettono al design di respirare.

8. Ritardare il feedback

Prima di partire il progetto, ci diamo delle deadline per rispettare il tempo di produzione. Questo piano può essere rispettato solo se il graphic designer riceve le revisioni in tempo, perché magari il cliente non avrà scadenze specifiche, ma al graphic designer piace finire in tempo i propri lavori, in modo da essere pagato per il lavoro svolto.

9. “Ancora una piccola modifica”

C’è un limite per il numero di revisioni da fare, in base al brief stipulato fra cliente e graphic designer. Il graphic designer infatti stima una mole di lavoro e conseguente retribuzione, in base a quanto lavoro dovrà svolgere, comprendendo una minima flessione per le revisione. Pretendere di cambiare costantemente il progetto senza prevedere la possibilità di pagare quelle modifiche, potrebbe causare problemi. Creare invece un brief molto dettagliato con delle scadenze precise, renderà tutto il lavoro una passeggiata.

10. “Fammelo più POP!”

“Puoi renderlo più vintage?” , “Mi piacerebbe leggermente Pop”, “Più fresco”, “Fammelo rock”. Quando parli con un graphic designer, è necessario essere più precisi possibile, e meno vaghi, perché istruzioni vaghe portano solo a revisioni vaghe.

Insomma, avete preso nota? Mi raccomando, una volta che il graphic designer si è arrabbiato, c’è il rischio che una tavoletta grafica vi colpisca in testa. Poi non lamentatevi.

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